Social Packaging

Da Silent Seller, a Social Storyteller, questa l’evoluzione del packaging. Un tempo scatole e astucci erano abituati a comunicare come i mimi: in silenzio. Restavano composti sugli scaffali sperando di essere scelti per la loro estetica. Oggi il packaging si è evoluto, è diventato interattivo, è approdato al mondo online. Sia che sia venduto in un negozio, o tramite e-commerce, la sua voce è più chiara che mai e la sua storia rapisce chi l’ascolta! Il confine tra ciò che è fisico e ciò che è virtuale è molto labile in questo approccio phygital. Tecnologie quali la realtà aumentata e il più semplice QR-code permettono al consumatore di comunicare con e attraverso la confezione del prodotto, il tutto in un’ottica di sostenibilità. Scatole, bottiglie e astucci prendono vita e diventano social.

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VIAGGIO NEL PACKAGING

Dalle scatole, alle etichette, alle shopper, ogni confezione ha la sua funzione, la sua allegoria, la sua storia. Per chi lavora nel settore del packaging, andare al supermercato è un po’ come andare al museo. Il carrello si riempie di prodotti da consumare e da studiare. Il packaging ci fa intraprendere un inconsapevole viaggio conoscitivo che accende le nostre emozioni. Senza che ce ne rendiamo conto ci fa scegliere con la pancia, anche se poi diamo tutto il merito al cervello e alla logica.

Il packaging sugli scaffali

La bellezza è rassicurante. Sono molti gli strumenti in mano ai designer per rendere un pack attraente e innovativo. Lo studio della forma, il materiale, la struttura, la tipologia di stampa e le nobilitazioni sono solo alcuni degli elementi che quando studiati bene, consentono di posizionarsi correttamente, di distinguersi e di venire scelti sugli scaffali e nei banchi frigo.
E se il packaging oltre che esteticamente attraente fosse anche coinvolgente? Se una bottiglia di vino contenesse nell’etichetta un sommelier parlante che spiega le caratteristiche di quel rosso, oppure un pacco di farina propone la video-ricetta di una torta buonissima o magari un vasetto di cosmesi mostra in che quantità e con che modalità usare il prodotto, grazie a un efficace video-tutorial.

Le soluzioni sono molte e, rispetto a una volta, il packaging può usufruire di sistemi di comunicazione sempre più sofisticati. Sfruttando i contenuti digitali, oltre alla fisicità del prodotto, ha una doppia chance per fare una prima buona impressione.
Negli scaffali, sia online che fisici, le risorse per risaltare rispetto alla concorrenza, oggi più che mai, sono molteplici e variegate. Scatole, etichette e shopper hanno nuove carte da giocare, un connubio tra un’estetica eye-catching e dei contenuti coinvolgenti, che danno al prodotto un valore aggiunto e all’azienda una credibilità più solida.

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Le tipologie di packaging

Ne esistono moltissime, vanno dall’imballaggio primario a quello secondario a quello terziario. In 3VCOM ci occupiamo principalmente di tre macro-categorie: scatole, etichette e shopper. Per completare la confezione, scegliamo con cura componenti quali i pendagli e le capsule per le bottiglie di vino, le garanzie per i pack dei gioielli, i nastri personalizzati che avvolgono alcune scatole rigide oppure fungono da manici nelle shopper. Le finiture di cui può essere arricchito il packaging sono davvero numerose e per ogni progetto è un piacere trovarne sempre di nuove e di singolari.

Tecnica e servizi

Oltre all’estro e alla fantasia, in 3VCOM possediamo un know how che abbraccia molteplici settori tecnici. Parliamo di design funzionale. Un approccio scientifico volto a realizzare la confezione ideale per il tuo prodotto. Cuciamo sì un abito su misura, ma chiedendoci per quale occasione sarà indossato, a che tipi di movimenti e di attività andrà incontro e così via.

Design strutturale e indagine preliminare. Prima di iniziare a fantasticare su pattern o tecniche di stampa, è bene avere chiaro qual è l’impiego a cui è destinato il pack. Per definire una struttura ottimale, è necessario porsi quesiti tecnici riguardanti lo stoccaggio, il trasporto, il confezionamento, la funzionalità, ecc. Subentrano poi la valenza estetica e comunicativa, il materiale più adatto per la realizzazione del pack, la sua sostenibilità, ad es. una scatola riutilizzabile (con seconda vita) e riciclabile ha sicuramente una marcia in più rispetto a una confezione che non si sa come smaltire.

Graphic design. Quando creiamo una scatola, un’etichetta, o una shopper, lo facciamo in base a uno o più scopi specifici. Da una parte ci sono gli obiettivi aziendali, dall’altra le esigenze dei consumatori e ultime, ma non meno importanti, le necessità ambientali di sostenibilità. Apprendiamo dal passato per capire l’azienda che abbiamo di fronte: all’interno del pack o comunque dietro l’etichetta, ci sono il prodotto, il vero protagonista, e l’azienda, la genitrice. Conoscerne le caratteristiche e peculiarità, ci aiuterà a metterne in evidenza i punti di forza. Contemporaneamente il nostro sguardo si volge verso il target, la quota di mercato a cui è destinato il prodotto, la percezione di costo che desidera imprimere, quindi il posizionamento, il processo produttivo, il post vendita e molto altro ancora.

Marketing applicato. Il Social Packaging è molto più di una confezione. Immaginiamo che al posto della scatola a presentare il prodotto ci sia un marketing manager o un responsabile commerciale. Sicuramente ci parlerebbe delle sue migliori caratteristiche, della qualità, praticità, bontà, ma prima di tutto, cercherebbe di creare una relazione con il potenziale cliente. Il marketing applicato al packaging, coniuga i principi di tecnica e creatività analogica (struttura e grafica), con le esigenze ambientali (sostenibilità dei materiali e del processo) e, in un’ottica phygital, con le strategie e i contenuti del digital marketing (social media, contenuti multimediali, sito web, ecc.).

Prestampa
. Sembra il passaggio più banale, ma non lo è affatto. Avere nozioni sulle tecniche di stampa e su come si comportano rispetto ai materiali, sono aspetti che possono salvare il lavoro fatto a monte. Non tutti i tipografi o i fornitori si prendono la briga di verificare se i file sono stati preparati a regola d’arte e non è mai piacevole dover accettare un codice a barre che non viene letto dai dispositivi o altri comuni ma sgradevoli inconvenienti.

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