Il ruolo dell’etichetta
Riuscire a trasmettere la percezione di qualità e di affidabilità non è cosa da poco.
Come conquistare la fiducia del cliente in pochi centimetri quadrati?

Nobilitare il prodotto
Accanto ai contenuti obbligatori, come ad esempio la presenza di solfiti nei vini oppure l’inci nei prodotti cosmetici, nell’etichetta deve imporsi un design evocativo, che sia in grado in pochi tratti di cogliere l’essenza del prodotto e della brand identity. Nel settore vitivinicolo, ad esempio, un acquirente medio è spinto all’acquisto dalla grafica accattivante di un’etichetta di vino e dalla sua immediatezza visiva, per un Sommelier, invece, la vera etichetta non è quella frontale, variopinta e sintetica, ma la retroetichetta, dove troverà l’azienda produttrice, la zona di produzione, il terroir, l’annata, ecc. Se la cantina vitivinicola si propone nella GDO, il suo target si sostanzia probabilmente in entrambe le tipologie di acquirenti.
Fustelle sagomate, stampa a caldo, serigrafia, embossing e altre nobilitazioni sono potenti strumenti di comunicazione visiva, che aiutano l’etichetta a distinguersi sugli scaffali. Il loro uso è sempre bene che sia consapevole, equilibrato e non fine a se stesso. A volte basta un piccolo tocco per rendere un prodotto prezioso.
I diversi settori merceologici
Personalizzare l’etichetta di una crema anti-età implica utilizzare contenuti, sagome, dimensioni e caratteristiche grafiche differenti rispetto a un’etichetta di una fioriera, o a quella di una salsa di pomodoro. Eppure tutte hanno un elemento comune: l’impatto visivo unito all’esaustività dei contenuti. Si può pensare che sia più importante l’etichetta di un profumo rispetto a quella di un manico di scopa, per il quale dopotutto sono sufficienti un paio di diciture, è solo un manico di scopa! In realtà i contenuti verbali e l’impostazione grafica di un’etichetta sono molto importanti sia in un caso che nell’altro. È necessario organizzare la posizione, la quantità e la qualità del testo, se e dove inserire, oltre al logo, altri elementi di design; il tutto prestando attenzione alle normative in vigore, alle linee aziendali, al budget e a una serie di altre considerazioni che riguardano un po’ tutti i settori merceologici. Quello che cambia profondamente è il registro, il tono della comunicazione, il linguaggio espressivo del design, l’uso o meno di finiture che impreziosiscono la grafica.
Per chi il futuro lo ha già in tasca, vorrà certo cavalcare l’onda del phygital, proponendo all’utente finale etichette in grado di prendere vita e di riprodurre contenuti digitali, grazie alla realtà aumentata. Ricorrendo al social packaging e alle connected labels il limite ai tipi di contenuto è solo la fantasia!
Per una risposta più rapida, contattaci su whatsapp.