Disegnare un Green Packaging
da dove cominciare
Un packaging per essere veramente social, deve avere caratteristiche di sostenibilità: un’accurata scelta dei materiali con cui viene realizzato e processi produttivi con il minor impatto ambientale possibile.
Se non conosci Pack e non sai cos’è il Social Packaging, dai un’occhiata a questa breve illustrazione.
Di fatto, uno dei trend più diffusi al momento nel settore industriale è proprio il packaging eco-friendly. La scelta green è abbracciata da sempre più brand, grandi e piccoli, un po’ per un’azione responsabile verso l’ambiente, un po’ per dare ascolto alle accorate richieste dei consumatori.
Il 62% degli acquirenti online ha infatti dichiarato (sondaggio statunitense Dotcom Distribution 2019) di essere più propenso ad acquistare da brand che utilizzano un packaging sostenibile.
Secondo un’indagine della Coleman Parkes Research (European Consumer Packaging Perceptions study – 2018), il 75% dei consumatori europei sostiene che i loro acquisti sono influenzati dall’impatto ambientale del prodotto e ben il 77% sarebbe disposto a pagare di più (dal 10 al 20% in più per il 20% degli intervistati a favore) per contribuire alla tutela ambientale.
Anche la ricerca condotta dall’istituto IPSOS Italia conferma la tendenza dei consumatori a scegliere prodotti preferibilmente sostenibili: il 52% degli italiani desiderano trovare marche che facciano la differenza nel mondo.
Scegliere un eco-design per i propri prodotti è la decisione corretta, se si desidera dare un contributo a quello che è ormai un movimento a livello mondiale. Le campagne di sensibilizzazione hanno avuto un risultato concreto sugli acquirenti, la cui opinione sta cambiando le sorti della domanda. Basti pensare al caso Burger-King e Mc Donald’s (leggi più avanti nell’articolo).

Packaging di I livello
Le bottiglie dell’acqua, la confezione della pasta, il sacchetto di patatine e tutti i packaging di I livello che sono a diretto contatto con il prodotto hanno oggi sempre più opportunità di essere biodegradabili, compostabili o persino commestibili! La scelta del tipo di involucro dipende da molte variabili: dal settore merceologico al budget di impresa, dalle specifiche del prodotto all’impegno etico. Nei supermercati e nel cibo ordinato online si registra una presenza sempre maggiore di confezioni piccole e piatti pronti monodose. Il “ready to eat” è aumentato dell’80% in un anno (Rapporto Coop 2018). Questo implica la produzione di una grande quantità di scatole, bottiglie, sacchetti e altri involucri non sempre facilmente riciclabili e non sempre realmente necessari, nonostante gli utenti ne apprezzino la comodità.

Packaging di II livello, il caso E−commerce
Il packaging di II livello comprende gli espositori collocati nei punti vendita per presentare il packaging primario e gli imballi utilizzati per spedire i prodotti.
Soprattutto nell’e-commerce è frequente la pratica dell’overpackaging: oltre allo scatolone, normalmente in cartone ondulato, molte aziende fanno uso di diversi strati di materiali, non sempre riciclabili e spesso superflui. Tra gli scopi: proteggere il prodotto durante le varie fasi di trasporto e fornire al cliente un’esperienza unica di unpacking, offrendo un servizio che ricordi le attenzioni ricevute nel negozio fisico. Se da una parte il consumatore è grato che il prodotto arrivi intatto ed è attratto dalla confezione arricchita di ornamenti di design, molto spesso è però frustrato dal non sapere come smaltire l’imballaggio una volta aperto.
Soluzioni green, ecodesign
Com’è quindi possibile promuovere un green packaging, mantenendo la praticità di utilizzo, l’efficacia per il trasporto e la sorpresa di un’estetica originale? Le soluzioni compatibili con uno sviluppo eco-sostenibile sono molteplici e non necessariamente costose.
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1- I materiali
Il primo passo per un packaging sostenibile è utilizzare materiali riciclabili, quindi favorire prodotti non derivati del petrolio e a basso impatto ambientale come le bioplastiche e altri materiali di facile smaltimento.
Packaging di I livello
Ci sono casi in cui potremmo addirittura fare a meno del packaging, ma se ricorriamo a confezioni monodose o dal contenuto ridotto, è bene sapere che stanno nascendo e diffondendosi ogni giorno materiali innovativi e amici dell’ambiente. Esistono packaging prodotti con gli scarti di lavorazione del latte, della frutta e della verdura, come Scoby, un involucro creato da rifiuti organici, compostabile e commestibile, in grado di creare una barriera di ossigeno che permette di conservare gli alimenti. È simile alla plastica: flessibile, duraturo e resistente all’acqua; con la differenza che può essere gettato nell’organico oppure consumato insieme al suo contenuto, in un’ottica di bio-rivoluzione.

Packaging di II livello
Esistono involucri nati per raggruppare i singoli pack, un esempio è la confezione da sei lattine di birra. Si è parlato molto delle fascette con anelli di plastica che hanno ucciso o messo in pericolo animali marini, come le tartarughe. In risposta a questo problema, la birreria artigianale statunitense Saltwater Brewery ha lanciato un’interessante proposta eco-compatibile, un imballo realizzato con sottoprodotti ricavati dal processo di produzione della birra, quali orzo e grano. Una confezione che non mette a rischio la vita delle tartarughe e degli animali marini, piuttosto diventa per loro uno “snack” innocuo che, se non ingerito, si decompone velocemente nell’ambiente.

Nel caso dell’e-commerce, per garantire la resistenza dell’imballo durante la spedizione e non eccedere nell’over-packaging un buon inizio è per esempio scegliere un cartone ondulato che sia adatto al peso e al volume del prodotto, valutando il numero di onde accoppiate, l’altezza dell’onda, la grammatura e la composizione. A volte la quantità di colli da spedire non giustifica la messa in opera di imballi su misura, in questi casi si ricorre alle scatole giacenti in magazzino, benché abbiano misure leggermente diverse dal necessario. Per riempire le aree vuote degli scatoloni, è preferibile utilizzare dei compensatori in cartone al posto del pluriball e delle patatine di polistirolo (derivato dello stirene), che a dispetto del nome grazioso, non sono biodegradabili.

2- Social Packaging
Sia per il packaging primario sia per quello secondario vale il principio secondo cui è possibile colpire l’attenzione del consumatore attraverso operazioni di marketing online. Al posto di un uso eccessivo di carta, inchiostro o altri materiali da smaltire, è preferibile sfruttare i contenuti digitali per rendere gradevole e originale la fase di apertura del pacco. Un’esperienza di unpacking in cui il consumatore risulti sorpreso senza poi dover cercare il cassonetto in cui gettare l’oggetto della sorpresa. Per fare un esempio, nel Regno Unito, due sorelle, Ella and Caitlin McEwen, hanno presentato una petizione contro Burger King e Mc Donald’s perché eliminassero dai menu dei bambini i giocattoli di plastica. Hanno ottenuto centinaia di migliaia di firme. In risposta a questo, Burger King ha dichiarato di impegnarsi a rimuovere i giocattoli e, come Mc Donald’s, ha lanciato una campagna in cui invita i piccoli clienti a riconsegnare i loro vecchi pupazzi, così che possano essere riciclati, dando vita a nuovi utili oggetti. L’idea alternativa alla plastica è proporre nuove modalità di gioco, sfruttando, tra le altre cose, attività esperienziali e contenuti digitali.
Il vantaggio del Social Packaging è di poter intrattenere e sorprendere il consumatore sfruttando quelle tecnologie che ogni giorno diventano sempre più parte del nostro quotidiano e sempre più facili da utilizzare. Basti pensare alla familiarità che abbiamo con il qr code, inoltre l’accesso alla realtà aumentata risulta oggi più agevole, grazie all’introduzione della Mobile WebAR, che elimina il vincolo di una app nativa e permette di fruire dei contenuti digitali semplicemente con una connessione a internet.
Se vuoi saperne di più su che caratteristiche ha un Social Packaging, leggi anche questo articolo.
3- Grafica intelligente per non sbagliare
Assicurarsi sempre di fornire ai consumatori tutte le informazioni necessarie per smaltire correttamente il packaging. Secondo Forbes, l’88% dei consumatori dichiara di volere un aiuto dalle aziende ad essere etici e amici dell’ambiente nel loro quotidiano. Quindi stop alle confezioni attraenti, ma difficili da smaltire, stop all’estetica che sottomette l’etica e sì a una maggiore trasparenza e chiarezza. Non è sufficiente dichiarare che un packaging è riciclabile, va specificato come, quali parti, in che modalità, con l’aiuto di grafica e testi comprensibili e mai ambigui. Un esempio virtuoso in questo senso è l’iniziativa della Mulino Bianco (Barilla), che ha dedicato una pagina del suo sito agli imballi e alla sostenibilità, spiegando l’utilizzo delle icone per il riciclaggio. Si tratta di icone ben studiate, con tanto di descrizione del tipo di incarto e di indicazioni di dove deve essere smaltito, reso ancora più intuitivo attraverso l’uso dei colori. Benché utilizzi incarti ancora non riciclabili, l’azienda descrive in modo chiaro i materiali utilizzati.
Se hai dubbi su come impostare la grafica del tuo packaging, scegli uno dei nostri servizi.

4- Packaging riutilizzabile
Se la struttura e il progetto lo permettono, fare in modo, dove è possibile, che il packaging sia riutilizzabile, in parte o completamente. Molti designer hanno avuto idee originali per convertire scatole in oggetti d’uso comune, oppure giochi, o elementi di decoro. Basti pensare banalmente alla shopping bag: terminato il suo compito di trasportare il prodotto acquistato, diventa una borsa multiuso, nonché veicolo pubblicitario del brand. David Graas è uno dei molti esempi di seconda vita di una scatola: il suo Not a Box nasce come un contenitore di una lampadina e si trasforma poi nel lampadario che la ospita.

Da bianco a verde, quanto è sostenibile il tuo packaging?
I consumatori, oggi più che mai, influenzano il mercato e attualmente la richiesta accorata è di un mondo più green. Il packaging sostenibile è una priorità.
Come alcune ricerche hanno dimostrato, i consumatori preferiscono acquistare da brand attenti alla tutela dell’ambiente. Le grandi imprese hanno accolto questa richiesta intervenendo su più fronti e impegnandosi a trasformare il loro business in un green business. Inevitabilmente le piccole e medie aziende saranno sempre più indotte a cercare soluzioni sostenibili per il packaging e per la loro attività economica in generale.
Può essere che il tuo brand non abbia ancora forti abitudini ecologiche, ma i clienti manifestano in modo crescente il bisogno di prodotti che salvaguardino l’ambiente e il pianeta.
Modificare tutta la tua gamma di articoli in una sola volta sarebbe molto oneroso oltre che ardito. Inizia con uno o pochi prodotti, valuta il tipo di sostenibilità che più si addice alla tua impresa: il tipo di materiale, di processo produttivo, di logistica, di concetto: il riutilizzo, il riciclaggio, il compostaggio, l’eco-design, ecc. Esistono soluzioni per tutte le tasche e per il livello di impegno che ci si può permettere, quel che conta è iniziare a testare il terreno.
Rendi green il tuo pack!
